I 5 princìpi cardine per un’edilizia di qualità, in linea con le opportunità dei nuovi incentivi fiscali.

11/2020

di Francesco Nesi, fisico edile e direttore di ZEPHIR

In un Paese come il nostro caratterizzato da un parco edilizio abbastanza vetusto, costruito per la maggior parte prima dell’introduzione di normative specifiche in materia di risparmio energetico, in presenza di normative e leggi sempre più stringenti sul consumo di suolo [1-8], diventa quanto mai importante saper affrontare con cognizione di causa interventi di risanamento e ristrutturazione.

In questo numero di Build UP! ci concentreremo sulla strategia e sulle soluzioni tecniche più idonee per eseguire interventi di ristrutturazione che possano beneficiare delle nuove agevolazioni fiscali offrendo il massimo benessere abitativo. La metodologia che quindi andremo a presentare nei prossimi numeri si basa su un processo edilizio che segue sostanzialmente alcuni punti cardine (vedi Figura 1) comuni alla maggior parte degli standard costruttivi ad alte prestazioni come ARCA, CasaClima, ClimAbita, Minergie, Passivhaus, ecc.:

  • cappotto termico;
  • serramenti;
  • ponti termici;
  • tenuta all’aria;
  • ventilazione meccanica e strategia estiva.

Figura 1 - I 5 pilastri dell’efficienza energetica: cappotto continuo (1), finestre di altissima qualità (2), ponti termici perlopiù risolti (3), tenuta all’aria (4), ventilazione meccanica a singolo o doppio flusso (5). Fonte: Passivhaus Institut

Sovente nell’affrontare lavori di ristrutturazione non vengono tenuti in adeguato conto alcuni aspetti fisico-edili e non sono infrequenti danni di diversa natura causati sia da una non appropriata progettazione dei dettagli a monte sia da un’esecuzione non conforme o errata. L’opportunità di approfondire questi aspetti da parte delle imprese permette senza dubbio di mettere al riparo il committente da eventuali conseguenze spiacevoli (muffe, condense, danni strutturali, problemi acustici, ecc.), tutelando al contempo l’impresa stessa da possibili contestazioni di cui è difficile provare la responsabilità. Al contrario, conoscendo le ragioni fisico-edili che possono generare conseguenze indesiderate, l’impresa può opporsi al direttore lavori adducendo motivazioni ragionevoli, riportando la discussione su un piano professionale e chiarendo bene le mutue responsabilità. Specialmente sul lato esecutivo, l’incomprensione o la non consapevolezza delle conseguenze di un mancato rispetto dello strato di tenuta all’aria (ad es. forature, penetrazioni dello strato di tenuta senza utilizzare manicotti o materiali idonei, nastrature su sottofondi umidi o polverosi o mancate nastrature, utilizzo di schiume o sigillanti non traspiranti o non adeguati, ecc.), di una posa errata dei serramenti (anche a causa dell’utilizzo di sigillanti e nastri non idonei) o degli effetti dei ponti termici, espone l’impresa a seri rischi. Per questo motivo, una formazione specializzata su edifici a basso consumo diventa quantomai urgente ed essenziale alle soglie del fatidico 31/12/2020, a partire dal quale tutti gli edifici di nuova costruzione dovranno esser realizzati secondo il protocollo nZEB (“nearly Zero Energy Building”) in accordo alla Direttiva 2010/31/UE [9]. Ricordiamo anche che il protocollo nZEB è attivo sugli edifici pubblici già dal 31/12/2018.

INVOLUCRO TERMICO

Uno dei punti cruciali per ottenere un edificio di alta qualità sia in termini energetici sia di comfort è un involucro termico il più possibile continuo e di ottima qualità, progettato e realizzato come tale. Scelte non opportune dei materiali dal punto di vista termoigrometrico, discontinuità nell’involucro termico e una posa della coibentazione non a regola d’arte pregiudicano la durabilità dei componenti, diminuendone drasticamente la vita utile. Ciò significa, ad esempio, intonaci da ripristinare più frequentemente, cappotti che si staccano, dispersioni termiche aumentate, situazioni spiacevoli di muffe e condense, fenomeni di marcescenza e, in ultima analisi, danni strutturali. In particolare, le dispersioni termiche vengono incrementate a causa di pannelli o lastre non perfettamente accostati sui giunti, colle non distribuite a regola d’arte che permettono all’aria di retro-circolare dietro al cappotto aumentandone quindi le dispersioni per convezione. Va anche osservato che eventuali fessure fra i pannelli, una tenuta al vento non perfettamente realizzata, materiali fortemente igroscopici che si imbibiscono – ad esempio a causa della pioggia battente – conducendo per capillarità l’umidità dall’esterno verso il lato interno, umidità interstiziali, acqua di risalita, cappotti umidi posati senza attendere il tempo necessario per farli asciugare e diversi altri fenomeni portano i cappotti a diventare e mantenersi umidi, conducendo maggiormente il calore e inficiandone così le performance.

Specialmente nell’ambito delle ristrutturazioni, capitano spesso casi in cui le condizioni al contorno (posizione, assenza di spazi sufficienti, distanze dai fabbricati vicini, vincoli di varia natura, ecc.) non permettono di intervenire con un cappotto esterno, dovendo quindi ripiegare per un eventuale cappotto interno. In queste situazioni, il rischio di insorgenza di muffe e condense (anche interstiziali) è elevatissimo e sono necessari calcoli che talvolta superano le limitazioni dell’approccio stazionario “classico” (tipo “Glaser”). L’esecuzione di questo genere di interventi senza la necessaria preparazione sia dei posatori sia delle imprese, a patto che il progetto sia stato sviluppato correttamente, espone l’impresa e gli artigiani a gravi rischi che possono condurre in ultima analisi a formazione di muffe, marcescenza e insalubrità dei materiali e degli ambienti interni. Oltre a un cappotto termico il più possibile continuo e senza interruzioni, altri due aspetti incidono fortemente sul comfort abitativo: i ponti termici e i serramenti.

Figura 2 - Immagine termografica di un fabbricato parzialmente ristrutturato. La metà sinistra, con un cappotto termico e serramenti di qualità, mostra un notevole abbattimento delle dispersioni termiche rispetto all’altra metà a destra, non ristrutturata. Fonte: Vedi bibliografia [10]

PONTI TERMICI E SERRAMENTI

I ponti termici si originano nei punti critici dell’involucro termico, andando a costituire una sorgente importante di dispersioni termiche specialmente nelle costruzioni a basso consumo (vedi Figura 2) e provocando al contempo basse temperature superficiali interne che in inverno, in corrispondenza di giornate particolarmente fredde, possono causare situazioni di muffe e condense inficiando così il benessere abitativo e la salubrità degli ambienti interni. Tutto ciò diventa particolarmente rilevante in corrispondenza dei serramenti, che se di bassa qualità mostrano macroscopicamente gli effetti di una non adeguata progettazione dei dettagli (installazione, cassonetti, distanziatori bordo vetro, ecc.), di un’esecuzione non a regola d’arte o di una non idonea scelta dei componenti. Indagini termografiche mostrano che ancora oggi c’è una scarsissima attenzione ai ponti termici [11] e di conseguenza i committenti si ritrovano con l’onere di identificare la sorgente dei problemi che si verificano in appartamento come muffe, condense, basse temperature superficiali interne, problemi acustici, aumento dei consumi in inverno e in estate, ecc. (vedi ad esempio Figura 3). Comprendere le situazioni critiche e conoscere le soluzioni per risolverle costituisce per le imprese un posizionamento importante in un mercato in cui committenti e amministrazioni pubbliche fanno sempre più fatica a orientarsi. Da notare che la maggior parte delle soluzioni è a costo praticamente nullo, derivando soltanto da un migliore approccio alla costruzione e ai dettagli esecutivi.

Figura 3 - Nei moderni serramenti a doppio o triplo vetro avvengono spesso fenomeni di condensa in corrispondenza del distanziatore a bordo vetro non di qualità (“warm edge”). Ciò avviene particolarmente in presenza di un’elevata produzione di umidità interna senza un adeguato ricambio d’aria. Fonte: Vedi bibliografia [12]

TENUTA ALL’ARIA

Strettamente collegato ai precedenti, un altro degli errori che avviene più frequentemente e che può anche generare gravi danni è iniziare un cantiere di un edificio ad altissime prestazioni energetiche senza un progetto di tenuta all’aria. La tenuta all’aria è costituita da uno strato continuo (generalmente sul lato interno) che permette di evitare o perlomeno rallentare la penetrazione dell’umidità negli strati del pacchetto costruttivo caratterizzati da temperature molto basse, che causerebbe formazione di condensa interstiziale. Nella maggior parte dei casi, quando si ha a che fare con un progetto a elevate prestazioni energetiche, il concept di tenuta all’aria non viene perlopiù sviluppato in fase di progettazione preliminare e ci si affida alla semplice “intuizione” o peggio ancora a cercare soluzioni tardive quando il cantiere è già avviato, incontrando un’elevata difficoltà o in taluni casi impossibilità a realizzare un involucro a tenuta all’aria continuo. La Figura 4 mostra operativamente come si misura (e si migliora) la tenuta all’aria in un edificio.

 

VENTILAZIONE MECCANICA

Forse non diffusa né conosciuta come si dovrebbe, ma una corretta strategia di ventilazione dovrebbe costituire un aspetto ineludibile quando si affrontano interventi di ristrutturazione o anche nuove realizzazioni, e sono molteplici le tipologie impiantistiche che consentono di ricambiare l’aria in maniera più o meno efficiente per garantire un tasso di ricambio igienico. L’installazione di macchine per la ventilazione controllata a recupero di calore, di tipo centralizzato o decentralizzato, permette di fornire un’aria interna di buona qualità caratterizzata al contempo da temperature sufficientemente elevate a fronte di ridottissimi assorbimenti elettrici dei ventilatori.

Sembra assurdo, ma ancora oggi capita che le macchine vengano messe in esercizio durante la fase di cantiere per “abbattere” le polveri che si generano mentre si eseguono le lavorazioni. Ciò porta inevitabilmente a intasare tutta la rete di canalizzazioni e i filtri, con aggravio di costi e diminuzione delle prestazioni ancora prima di consegnare l’immobile ai committenti. Un altro aspetto importante è la coibentazione acustica dei canali di ventilazione e il loro disaccoppiamento acustico dalle strutture: sovente al posto dei collarini fonoassorbenti vengono usati connettori non idonei o addirittura si fissano i canali direttamente ai solai o alle pareti, contribuendo così a trasferire i rumori da calpestio o per via aerea alla macchina di ventilazione, trasformandosi così in rumore da impianto e venendo propagato per tutto l’immobile, anche ai piani superiori e/o inferiori.

Figura 4 - Test di tenuta all’aria (“Blower-Door”): la macchina crea una pressione differenziale fra interno ed esterno, procedendo così alla cosiddetta “ricerca spifferi” mediante termoanemometro a filo caldo, a mani nude, con test al fumo ecc. Fonte: Vedi bibliografia [13]

APPROCCI ALLA RISTRUTTURAZIONE

Una volta conosciuti quindi i 5 principi cardine dell’edilizia di qualità, è possibile applicarli in base a due possibili macro-approcci: ristrutturare step by step o effettuare tutti gli interventi in un’unica soluzione. Nel contesto odierno non sempre si hanno a disposizione fondi sufficienti per eseguire tutti gli interventi in un’unica volta, né si riesce ad avere facilmente accesso al credito per finanziare gli extra costi che si presentano dovendo affrontare riqualificazioni di alta qualità. Per questo motivo, è possibile implementare via via gli interventi a fronte di un minore investimento (posa del cappotto, sostituzione delle finestre, installazione di un impianto di ventilazione, ecc.) ma con un approccio globale cioè considerando l’intero sistema involucro-impianto, progettando così la ristrutturazione [14] al fine di non perdere l’opportunità di implementare interventi di efficienza energetica di qualità. Alla luce dei recenti sviluppi in termini di normativa nazionale (Decreto Rilancio) [15-16] per favorire la ripresa economica e incentivare così la riqualificazione energetica e strutturale del nostro parco edilizio, diventa quanto mai importante per i tecnici rimanere aggiornati, potendo quindi proporre ai propri clienti i migliori interventi possibili sfruttando appieno i massimali ammessi su involucro, impianti e moderne tecnologie. La possibilità di accedere a meccanismi di finanziamento unici e indiscutibilmente vantaggiosi dal punto di vista economico e del comfort, si scontra altresì con inevitabili difficoltà burocratiche che, alla luce dei fatti, non devono scoraggiare ma piuttosto spronare a ricercare soggetti con cui instaurare partnership di alto livello al fine di non incorrere in errori di asseverazione che farebbero scattare inevitabili penali per i tecnici e frustrazione per i committenti. Le imprese dal canto loro dovrebbero attrezzarsi sia a livello di relazioni strategiche sia di personale interno e dalla comprovata esperienza per non rimanere fuori dai giochi, scartate da progettisti e committenti a favore di quei soggetti che generalmente puntano a massimizzare la marginalità a scapito della qualità. Al contrario, offrire il miglior prodotto al prezzo più adeguato diventerà in breve tempo il driver delle scelte per evitare di ritrovarsi fra qualche anno con problemi e disagi come muffe, condense ed elevate dispersioni termiche. Sarà sempre più importante avere anche un buon dialogo con la propria rivendita qualificata di fiducia e con i partner di livello che possono dare un supporto. Non vanno trovate “scorciatoie”, proponendo al committente prodotti inadeguati, ma facciamo della nostra professionalità un vanto realizzando interventi integrali, alla ricerca del massimo benessere possibile con il minimo investimento, e cogliendo al massimo l’opportunità dei vantaggi fiscali!

 

L’AUTORE

Francesco Nesi è fisico edile, PhD e PostDoc (Università Regensburg e Innsbruck). Dall’anno di fondazione (2011) dirige ZEPHIR, affiliato italiano del Passivhaus Institut, e ha al suo attivo centinaia di seminari, corsi, workshop e convegni sul tema del risparmio energetico. Dal 2007 promuove lo standard Passivhaus in Italia e nel mondo, aprendo nuovi mercati, sviluppando tool per l’ottimizzazione tecnico-economica degli interventi e dei dati climatici, tecnologie per il risparmio energetico e la salubrità ambientale. È autore di pubblicazioni su riviste scientifiche e specializzate e del libro di riferimento PASSIVHAUS (Maggioli Ed.). Coordina diversi team di progettazione e offre soluzioni pratiche per risolvere problemi che si manifestano sui cantieri elevando la qualità dei progetti che si presentano.

BIBLIOGRAFIA

[1] European Environment Agency, Environmental signals 2002 - Benchmarking the millennium, Environmental assessment report n. 9/2002

[2] European Environment Agency, Urban Sprawl in Europe - the ignored challenge, EEA report n. 10/2006

[3] DiAP Politecnico di Milano - Legambiente - I.N.U., Primo rapporto nazionale sui consumi di suolo, Osservatorio Nazionale sul Consumo di Suolo, 2009, Maggioli Editore

[4] ISPRA, I dati sul consumo di suolo, su isprambiente.gov.it

[5] Relazione della commissione al Parlamento Europeo, al Consiglio, al Comitato Economico e Sociale Europeo e al Comitato delle Regioni - Attuazione della strategia tematica per la protezione del suolo e attività in corso, rif. com/2012/046 final

[6] Decisione n. 1386/2013/UE del Parlamento europeo e del Consiglio del 20 novembre 2013 su un programma generale di azione dell’Unione in materia di ambiente fino al 2020 «Vivere bene entro i limiti del nostro pianeta», GU L 354 del 28.12.2013, pagg. 171–200

[7] Documento di lavoro dei servizi della commissione - Orientamenti in materia di buone pratiche per limitare, mitigare e compensare l’impermeabilizzazione del suolo, rif. SWD(2012) 101 final/2

[8] Sustainable Development Goals: SDG 11.3.1, SDG 15.3.1, rif. https://sustainabledevelopment.un.org/

[9] Direttiva 2010/31/UE del Parlamento europeo e del Consiglio del 19 maggio 2010 sulla prestazione energetica nell’edilizia (rifusione), GU L 153/13 del 18.06.2010, recepita nel D.L. 4 giugno 2013, n. 63

[10] Immagine termografica  rif. https://www.dbu.de/533bild20694_2442_28432.html

[11] Legambiente, Civico 5.0, rif. www.fonti-rinnovabili.it/civico, 2018

[12] Condensa sui vetri di una finestra, Wikipedia, rif.

https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/c/ca/Fenster_mit_Kondenswasser.jpg

[13] Misura della pressione differenziale con il test Blower-Door, rif. https://www.blowerdoor.de/

[14] EuroPHit, Improving the energy performance of step-by-step refurbishment and integration of renewable energies, Grant Agreement No. IEE/12/070/SI2.645928, 2013-2016

[15] D.L. n. 34/2020 del 19 maggio 2020 (Decreto Rilancio), coordinato con la legge di conversione 77/2020 del 17 luglio 2020, Circolare Ag. Entrate n. 24/E del 8 agosto 2020; Provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate, prot. n. 283847/2020 del 8 agosto 2020, Decreto MiSE del 3 agosto 2020 (Decreto Asseverazioni), Decreto MiSE del 6 agosto 2020 (Decreto Requisiti)

[16] D. Lgs. 10 giugno 2020, n. 48, Attuazione della direttiva (UE) 2018/844 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 30 maggio 2018, che modifica la direttiva 2010/31/UE sulla prestazione energetica nell’edilizia e la direttiva 2012/27/UE sull’efficienza energetica.