| BigMat News , News

CODICE APPALTI: PIÙ QUALITÀ E MENO SCORCIATOIE.

Negli ultimi mesi, il dibattito intorno al nuovo Codice Appalti si è intensificato, mettendo al centro un tema cruciale per chi opera nel mondo delle costruzioni: la qualità del progetto. Ingegneri, architetti e tecnici chiedono regole più chiare, valorizzazione delle competenze e procedure che tutelino davvero l’interesse pubblico. 

Le audizioni sul Decreto Infrastrutture confermano una realtà ormai evidente: servono correttivi concreti per garantire efficienza, trasparenza e sicurezza. Ma anche – e soprattutto – per dare al progetto il ruolo che merita.

Un Codice da rivedere: meno deroghe, più competenze

Nell’ambito delle recenti audizioni alla Camera sul Decreto Infrastrutture, i principali rappresentanti delle professioni tecniche – OICE (Organizzazione di Ingegneria e di Consulenza), CNI (Consiglio Nazionale degli Ingegneri) e RPT (Rete Professioni Tecniche) – hanno lanciato un segnale chiaro: il Codice Appalti, così com’è, rischia di compromettere la qualità delle opere pubbliche e il ruolo dei progettisti. Le richieste? Meno affidamenti diretti, più attenzione alla progettazione e un riconoscimento concreto delle competenze professionali.

Appalti integrati: quando il progetto rischia di diventare un dettaglio

Tra i punti più critici segnalati dai professionisti, spicca il ricorso all’appalto integrato anche per opere ordinarie. Il rischio, secondo OICE e RPT, è che il progetto venga svilito, diventando un allegato secondario all’offerta dell’impresa. Questo approccio può generare costi aggiuntivi, inefficienze e soluzioni non adeguatamente studiate. La proposta? Limitare l’appalto integrato solo a casi di forte specializzazione o innovazione tecnologica.

Affidamenti diretti: soglie troppo alte e concorrenza a rischio

Altro nodo cruciale è rappresentato dagli affidamenti diretti. La soglia attuale – 140mila euro – secondo OICE riduce drasticamente le possibilità per piccoli studi e professionisti di accedere alle gare, con un effetto negativo sulla concorrenza e sulla qualità. La proposta è di abbassare la soglia a 75mila euro, per riequilibrare il mercato e garantire più trasparenza.

Revisione prezzi e compensi: il progetto va tutelato

La sostenibilità economica degli incarichi professionali resta un tema aperto. Il CNI chiede una revisione automatica dei compensi per i servizi di progettazione, indipendentemente dalle risorse disponibili nei quadri economici. Una misura fondamentale per garantire continuità operativa, ridurre i contenziosi e riconoscere il giusto valore al lavoro tecnico.

 Il dibattito è in pieno corso e le posizioni delle professioni tecniche sono sempre più chiare: serve una svolta. 

Condividi