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TIT: Costruzioni: nel 2022 la produzione ha raggiunto i 600 miliardi di euro di

I dati dell’annuale Rapporto di Federcostruzioni evidenziano una crescita del comparto edile trainato da bonus fiscali e investimenti del PNRR

Una filiera forte e in crescita, quella dell’edilizia: ecco il ritratto che emerge dal Rapporto 2022 Il sistema delle costruzioni in Italia elaborato da Federcostruzioni e presentato in occasione della terza edizione di SAIE a Bari (dove non è mancata la partecipazione di BigMat). Nel 2022, il comparto delle costruzioni ha raggiunto un valore della produzione di 600 miliardi circa, con un incremento del 19,6% rispetto al 2021, pari circa a 100 miliardi di euro. Una performance positiva, che consolida l’inversione di tendenza post pandemia, con una ripresa del settore manifestata ampiamente già nel 2021, anno in cui il valore della produzione aveva raggiunto i 498 miliardi di euro. Un risultato che ha avuto un forte impatto anche sul nostro Pil: secondo le ultime stime dei conti economici elaborate da Istat, il prodotto interno lordo italiano ha toccato nel 2022 un tasso di crescita del 3,7% e nel 2021 dell’8,3%, al rialzo di 1,3 punti percentuali rispetto alle stime diffuse ad aprile 2022. In entrambi i casi, come rilevato dal Ministero dell’economia e delle finanze, più della metà della crescita registrata è da attribuire all’edilizia e alla sua filiera produttiva.

BIGMAT federcostruzione crescita edilizia 2023
Filiera delle costruzioni – Valore della produzione totale

L’analisi della filiera 

Andando ad analizzare nel dettaglio i settori che compongono la lunga filiera edile Federcostruzioni evidenzia come il ramo delle costruzioni e infrastrutture abbia inciso nel 2022 per il 51% sul valore totale della produzione toccando poco più di 300 miliardi di euro. Il segmento della progettazione e dei servizi innovativi ha coperto invece il 21% (127,2 miliardi di euro), con un aumento del 12,7% rispetto all’anno precedente. La filiera delle tecnologie, dei macchinari e degli impianti per l’edilizia ha rappresentato nel 2022 l’8% del valore totale della produzione, per un importo di poco più di 46 miliardi di euro e un incremento del 11,2% sul 2021, mentre il comparto dei materiali per le costruzioni ha avuto un peso del 20%, realizzando lo scorso anno una produzione di 119 miliardi di euro (in crescita del 17,2% sul 2021).

BIGMAT federcostruzione crescita edilizia 2023
Filiera delle costruzioni (*) – Produzione totale 2002 Valori assoluti in mld e peso %
(*) Per settori con molteplici destinazioni finali è presente unicamente la stima della quota destinata al sistema delle costruzioni

Gli scenari attuali e le prospettive future 

Anche per le stime del 2023 l’edilizia giocherà un ruolo decisivo per la crescita del Paese, attraverso l’attuazione delle opere del PNRR, nonostante le ultime previsioni della Commissione Europea abbiano previso per l’Italia un aumento di Pil del 0,9% su base annua. 

Partendo dai dati positivi del 2022, il Centro Studi Ance ha rivisto le proprie previsioni per il 2023. Nel 2022 la crescita degli investimenti in costruzioni ha registrato +17,6% rispetto all’anno precedente, percentuale su cui ha inciso in modo determinate l’importante revisione apportata agli investimenti nel 2022 in manutenzione straordinaria del patrimonio abitativo, stimati inizialmente in 70,3 miliardi, e poi rivisti in 86 miliardi circa, con un incremento, in termini reali, del +35% rispetto al 2021. Tutto questo grazie al segmento della manutenzione straordinaria, giunto a rappresentare oltre il 40% del valore complessivo degli investimenti in costruzioni, che nel 2022 ha continuato a beneficiare delle straordinarie opportunità offerte dagli incentivi fiscale, primo fra tutti, il Superbonus 110%. Secondo il monitoraggio ENEA-MASE, il solo Superbonus per le opere di efficientamento energetico ha portato alla realizzazione, nel 2021, di oltre 11 miliardi di investimenti in edilizia residenziale, mentre nel 2022, l’importo degli interventi è salito a circa 35,5 miliardi, un valore più che triplicato nel giro di un solo anno.

Sul fronte del PNRR, il rapporto di Federcostruzioni evidenzia come in base alla terza Relazione sullo stato di attuazione del PNRR, pubblicata il 31 maggio 2023 dal Governo, a fine 2022 risultano spesi 24,5 miliardi di euro, il 12,8% dei 191,5 miliardi messi complessivamente a disposizione. Considerando anche i primi due mesi dell’anno in corso, la spesa ha raggiunto i 25,7 miliardi (13,4%). La spesa già realizzata risulta, in particolare, concentrata sugli investimenti attuati attraverso incentivi automatici, come il Superbonus e Transizione 4.0, e da quelli per la realizzazione di lavori pubblici per i quali viene indicato un livello di spesa pari a 7,2 miliardi. Le misure di interesse del settore delle costruzioni (Superbonus 110% e lavori pubblici), con una spesa complessiva di 15,9 miliardi, coprono il 65% della spesa PNRR totale sostenuta al 31 dicembre 2022.

Guardando al 2023 Ance prevede un livello di investimenti nel settore delle costruzioni ancora positivo, con una tenuta dei livelli produttivi che segneranno un aumento del 5,4% in termini reali su base annua. La stima, sottolinea Federcostruzioni, «è spiegata principalmente da una prima flessione del comparto della riqualificazione abitativa (-3,5%) e dalle prospettive di sviluppo del mercato delle opere pubbliche (+25%) legate all’attuazione del PNRR. In particolare, sul segmento della manutenzione straordinaria pesa il depotenziamento del Superbonus 110% e degli altri bonus ordinari». 

Cosa accadrà nel 2024 

Per il 2024, terminato l’exploit che ha caratterizzato il triennio 2021-2023, si può prevedere un importante arretramento dei livelli produttivi dell’intero settore. «Su tale dinamica – si legge nel rapporto – pesa il deciso ridimensionamento del segmento della riqualificazione abitativa, che seguirà alla revisione del Superbonus e al venir meno della possibilità di cedere i crediti maturati con gli interventi di miglioramento sismico ed energetico degli edifici. Questo depotenziamento della misura ridurrà in modo netto, la domanda da parte delle famiglie proprietarie». A fronte di questa diminuzione, gli investimenti in opere pubbliche previsti dal PNRR, sebbene in deciso aumento, non saranno sufficienti a compensare il mancato apporto della manutenzione straordinaria.

Nel 2024 è atteso un ulteriore rafforzamento della fase attuativa del PNRR che, salvo riprogrammazioni, dovrebbe vedere la partenza di nuovi importanti grandi investimenti infrastrutturali, tra cui numerose iniziative di importo superiore ai 100 milioni di euro, non solo del PNRR, bandite tra novembre e dicembre 2022, che produrranno effetti sui livelli produttivi proprio a partire dal 2024, in considerazione dei tempi necessari all’aggiudicazione e dell’avvio dei cantieri.

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