Quanto costa riqualificare il patrimonio immobiliare italiano

I dati raccolti da Cresme, Fondazione Symbola, Assimpredil Ance e European Climate Foundation nel report Il valore dell’abitare. La sfida della riqualificazione energetica del patrimonio edilizio italiano 

Per ottemperare a quanto previsto dalla direttiva europea sull’Efficienza energetica degli edifici (Epbd), che richiede una riduzione dei consumi medi del patrimonio edilizio del 16% entro il 2030, nel nostro Paese servirebbero tra i 253 e i 320 miliardi di euro. A fare i conti sono stati Cresme, Fondazione Symbola, Assimpredil Ance e European Climate Foundation che hanno da poco pubblicato il report Il valore dell’abitare. La sfida della riqualificazione energetica del patrimonio edilizio italiano.

La sfida e i costi della decarbonizzazione 

Rendere meno energivori gli edifici è una delle più grandi sfide che attendono il mondo delle costruzioni nei prossimi anni. Un percorso complesso che nel nostro Paese, dove il 72% degli edifici residenziali ha più di 43 anni e circa il 70% ha una classe energetica compresa tra la E e la G, riguarda 3,2 milioni di abitazioni (di cui 578.345 in case unifamiliari e 2.636.897 in condominio). Per stimare l’entità effettiva degli investimenti necessari a riqualificare il 15% degli immobili con le peggiori performance energetiche, il report ha utilizzato i dati sul Superbonus. 

In particolare, al 31 dicembre 2023, secondo quanto rilevato da Enea, erano stati ammessi a detrazione 27.175.117.996 euro per interventi finalizzati a migliorare le performance energetiche (almeno 2 classi) di 237.925 edifici monofamiliari e 54.107.783.152 euro per interventi in 84.757 edifici condominiali. Il costo medio dell’intervento ammesso a detrazione è stato così di 114.217 euro per gli edifici monofamiliari e 638.387 euro per i condomini. Applicando l’importo medio di un intervento legato al Superbonus eseguito su un edificio monofamiliare ai 578.345 edifici della stessa tipologia con le peggiori performance energetiche, si stima che il valore dell’investimento sul 15% delle abitazioni monofamiliari più energivore è di 66.056.830.865 euro. Applicando invece il massimale di 96.000 euro (stabilito per abitazione dagli attuali bonus in vigore) ai 2.636.897 appartamenti in condominio con le peggiori performance energetiche, si calcola che il valore dell’investimento sul 15% delle abitazioni plurifamiliari più energivore è di 253.142.112.000 euro. L’investimento complessivo, preventivato dal report sulla base del costo degli interventi condotti nell’ambito del Superbonus, è quindi di 319,2 miliardi di euro. Utilizzando invece il criterio di stima proposto da ENEA nell’ambito del Piano Nazionale Integrato Energia e Clima l’investimento complessivo sarebbe di 258,4 miliardi di euro.

L’importanza degli incentivi fiscali 

Gli incentivi e le detrazioni fiscali messe in campo negli ultimi anni sono stati un importante volano per la crescita degli interventi per l’efficientamento energetico. Infatti, confrontando il triennio 2021-2023 con quello precedente 2018-2020, il report evidenzia come gli interventi di riqualificazione energetica siano cresciuti del 77%, passando da 2,9 milioni a 5,2 milioni, mentre gli investimenti sono passati da 43 miliardi di euro a 152 (+277%), con un incremento del risparmio energetico del 349%, che è passato dai 6.677 GWh/anno risparmiati ai 29.501 GWh/anno (11.867 GWhG/anno risparmiati solo nel 2022, di cui 8.861 GWh/anno legati al Superbonus).

Inoltre, nel 2023 il risparmio è stato di 10.105 GWh/anno, di cui 7.693 GWh/anno legati al Superbonus. La detrazione del 110% ha poi spinto il fotovoltaico, con i 1,6 GW di installazioni del 2022, che sono diventate 2,2 GW nell’intero periodo di validità del Superbonus. I risparmi legati a maggiore efficienza, elettrificazione dei consumi e crescita delle rinnovabili, hanno permesso di raggiungere nel 2022, anticipandoli di otto anni, gli obiettivi fissati dal Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima del 2019 per il 2030 e contemporaneamente hanno consentito al nostro Paese di essere in linea per il 2021, il 2022 e il 2023 con gli obiettivi del nuovo PNIEC 2023. 

Oltre a tutto ciò, la forte crescita degli investimenti attivati dagli incentivi fiscali dell’ultimo triennio ha determinato la crescita occupazionale nell’edilizia, con una media annua di oltre 639 mila occupati diretti, che salgono a oltre 959 mila considerando anche l’indotto. I soli lavori di riqualificazione energetica hanno portato a una media annua di 371 mila occupati diretti e 556 mila occupati nella filiera. Nello stesso periodo le costruzioni hanno sperimentato l’aumento maggiore della produttività oraria nel quadro economico: rispetto alla media del triennio pre-crisi (2017-2019), il dato del 2022 certifica una crescita della produttività oraria del +9,2%, mentre il totale dell’economia segna un incremento di “appena” il +2,8%.

Migliorare 2 classi energetiche per risparmiare 

Il report redatto da Cresme, Fondazione Symbola, Assimpredil Ance e European Climate Foundation dimostra che basterebbe far salire di sole 2 classi energetiche il patrimonio edilizio residenziale per consentire una riduzione media del 40% della bolletta di una famiglia, per un risparmio annuo di circa 1.067 euro, incrementando allo stesso tempo il valore delle abitazioni. Una casa ristrutturata vale, infatti, mediamente il 44,3% in più di una casa da ristrutturare. Un incremento che arriva al 50,8% fuori dalle aree metropolitane e in luoghi non turistici, mentre nelle periferie le case ristrutturate valgono il 40,5% in più di quelle non ristrutturate. 

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